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La vita è una lezione continua sul lasciar andare. Il Dalai Lama, offrendo un insegnamento sull’impermanenza, invitò gli studenti a riflettere su “ciò che potrebbe scomparire”. Potremmo estendere questa indagine fino a riflettere su ciò che è già scomparso e ciò che sta scomparendo ora. Riuscite a trovare nella vostra vita qualcuno o qualcosa che sia esente dalla scomparsa?

Riflettete su ciò che è già scomparso: la vostra infanzia, la fanciullezza, l’adolescenza e tutte le gioie e le sofferenze che hanno portato con sé; le innumerevoli esperienze di lode e biasimo, successo e fallimento, piacere e dolore del vostro passato. Tutte le vostre esperienze relative a suoni, pensieri, visioni e sentimenti sono svanite nel passato. Ci sono persone che avete amato e che non sono più parte della vostra vita, traumi dai quali siete guariti, aspirazioni e ambizioni che non rincorrete più. Per alcune delle cose scomparse provate dolore, di altre vi rallegrate. Diamo il benvenuto alla verità dell’impermanenza quando significa la scomparsa di qualcosa o di qualcuno che ci ripugna. Lottiamo in modo assai agguerrito contro il cambiamento quando ci priva delle cose e delle persone che ci sono care, soprattutto quando dà scacco ai nostri tentativi di controllare la vita. Che vi rattristiate o rallegriate non fa nessuna differenza per la sempre mutevole realtà della vita. Tutto ciò che sorge passerà, tutto ciò che nasce morirà, tutto ciò che compare scomparirà.

E’ saggio riflettere su tutto ciò che scomparirà. Gli obiettivi e le aspirazioni che ora sembrano tanto urgenti cambieranno o saranno sostituite. Tutto ciò che definite vostro passerà. Il vostro corpo, le vostre proprietà, tutto ciò su cui contate e che amate partecipa al ritmo del mutamento. I vostri amici e i vostri nemici, coloro che amate e coloro che disprezzate, i vostri momenti di disfatta e’ i vostri momenti di gloria, tutto passerà. Riflettete su ciò che sta scomparendo proprio in questo istante. Il pensiero che sembrava così urgente viene sostituito da un altro altrettanto esigente; l’irrefrenabile senso di tristezza si sta già trasformando in qualcos’altro: il suono di cui vi rallegravate sta già dileguandosi. Il vostro corpo, la vostra mente, il vostro mondo cambiano di momento in momento.

L’acuta consapevolezza del mutamento, della comparsa e della scomparsa, può spaventarvi tanto da farvi ritirare sulle posizioni del controllo e dell’ansia. Può indurvi a reprimere la vostra disponibilità ad amare per paura della perdita e dello strazio. Ma una profonda comprensione dell’impermanenza può anche liberare il vostro cuore. Potete amare con grazia e saggezza, comprendendo pienamente che amare è anche lasciar andare. Liberare il vostro cuore dalla paura della scomparsa e dalla pretesa che niente debba cambiare libera anche, in modo profondo e misterioso, tutte le persone della vostra vita. Esse vengono liberate dalla vostra pretesa che non debbano mai soffrire o andarsene.

L’incoraggiamento di tutti i sentieri spirituali ad abbracciare la non negoziabile realtà del mutamento non è un insegnamento di indifferenza o disprezzo. E un insegnamento che vi invita a capire che ogni qualvolta vivrete in un modo che non è in armonia con le realtà essenziali della vita soffrirete e accrescerete la sofferenza già presente. L’amore viene facilmente distorto dall’attaccamento e dalle pretese. Potete avere la sensazione che solo il vostro amore sia in grado di salvare i vostri cari dal contatto dei cambiamenti della vita e dalla tristezza che ne viene. Potete avere la sensazione che l’amore dovrebbe proteggervi dalla perdita e dalla sofferenza. Quando l’amore non abbraccia la saggezza dell’impermanenza, della nascita-e-morte, è radicato in una negazione che finisce per spezzarvi il cuore e distruggere la vostra capacità di essere un rifugio compassionevole per i vostri cari.

Il lasciar andare non è una rinuncia all’amore, ma un lasciar cadere l’illusione: l’illusione secondo cui l’amore proteggerà voi e coloro che amate dai ritmi naturali della vita. Ajahn Chah, un maestro tailandese della foresta, una volta ha detto che “se lasciamo andare un po’, troveremo un po’ di pace; se lasciamo andare molto, troveremo molta pace: e se lasciamo andare completamente, scopriremo la pace completa”. L’intera vostra vita, tutto ciò che in essa è apparso e scomparso, vi insegna da sempre l’arte del lasciar andare. È un insegnamento di pace e libertà. E anche un insegnamento che va controcorrente rispetto alla nostra tendenza a coreografare e dirigere tutti gli aspetti della vita. Forse queste tendenze non sorgono mai tanto energicamente quanto nel nostro rapporto con le persone che amiamo e a cui teniamo. Temiamo di perderle, e temiamo di non essere in grado di sopportare il dolore della loro perdita. Essere pazientemente disposti a coltivare l’arte del lasciar andare nei punti in cui stringiamo di più la presa genera un certo grado di libertà dalla paura e dalla resistenza.

Si dice che la via più diretta verso la trasformazione e la libertà è prestare attenzione proprio ai luoghi e alle esperienze che si è più propensi ad abbandonare. La compassione, nel suo senso più profondo, è la pratica del non-abbandono. I vostri rapporti più intimi sono i luoghi in cui l’amore e la paura possono crescere simultaneamente. Potete credere che sia la profondità del vostro amore a farvene temere la perdita, ma non è l’amore a provocare la paura: è la pretesa che il vostro amore sia l’unica cosa al mondo al riparo dal mutamento. La resistenza alla perdita può anche inaridire il vostro cuore. La paura vi rende centrati in voi stessi e preoccupati per voi stessi. Vi ritirate in un sé separato, temendo l’invasione della realtà e dei mutamenti. A causa di tale ripiegamento troppo spesso vi separate proprio dalla persona che amate e cercate di proteggere. La paura ha creato un abisso, una separazione fra se stessi e l’altro che sembra insormontabile. È l’amore, radicato in una profonda comprensione della natura della vita e del mutamento, a guarire quella divisione. Il potere della compassione consiste nella sua capacità di dissolvere la separazione fra me e te. Non è più la tua sofferenza o la mia sofferenza, ma semplicemente la sofferenza. Non è più la tua paura o la mia paura, ma la paura di non avere un appoggio sotto ai piedi, che è universale. Non c’è alcuna libertà nel fingere che tale mancanza di appoggi sia irreale. C’è invece profonda liberazione nel liberarvi dalle favole e prendere rifugio nella verità secondo cui semplicemente non potete controllare il modo in cui la vita si manifesta.

Christina Feldman