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Osserva il cambiamento che si produce nella tua mente alla luce della consapevolezza. Anche il respiro cambia, diventa ‘non-due’ (preferisco non usare la parola ‘uno’) con il sé che osserva. Anche i pensieri e le sensazioni, assieme ai loro effetti, sono repentinamente trasformati. Se non li giudichi e non tenti di sopprimerli, essi si fondono con la mente che osserva.

Di tanto in tanto potresti provare una certa agitazione. Se tende a permanere, siedi tranquillamente, segui il respiro, sorridi con un mezzo-sorriso e illumina di consapevolezza la tua agitazione. Non giudicarla, non reprimerla, perché la tua agitazione sei tu stesso. È nata, vive un certo tempo, e svanisce. Tutto assolutamente normale. Non essere troppo impaziente di trovarne la fonte, non accelerarne forzatamente la fine: illuminala soltanto. Vedrai che, un poco alla volta, cambia, si intreccia e si fonde con te, con l’osservatore. Qualunque stato psicologico, illuminato in questo modo, alla fine si mitiga, acquistando la stessa natura della mente che lo osserva.

Mantieni splendente il sole della consapevolezza durante tutta la meditazione. Come l’astro solare illumina ogni foglia e ogni filo d’erba, la consapevolezza illumina ogni pensiero e ogni sensazione, consentendoci così di riconoscerli, di essere consapevoli della loro nascita, durata e dissoluzione, senza giudicarli o valutarli, senza chiamarli e senza scacciarli. È importante che tu non consideri la consapevolezza come un ‘alleato’ venuto in aiuto per sterminare i ‘nemici’ rappresentati dai pensieri indisciplinati. Non fare della tua mente un campo di battaglia, non dichiarare guerra. Tutto ciò che provi (gioia, dolore, ira, odio) è parte di te. La consapevolezza è come un fratello o una sorella maggiore, gentile e premurosa, che guida e illumina. È una presenza lucida e tollerante, mai violenta o discriminante. È lì per riconoscere e identificare pensieri e sensazioni, non per giudicarli dividendoli in buoni e cattivi, né per inquadrarli in opposte fazioni in lotta tra di loro. L’opposizione tra buono e cattivo è spesso raffigurata con la lotta tra la luce e le tenebre; ma, se guardiamo in modo diverso, vedremo che, anche quando la luce splende, le tenebre non scompaiono. Invece di venire cacciate, si fondono con la luce. Diventano luce.

Poco fa ti ho invitato, amato ospite, a sorridere. Meditare non è lottare con un problema. Meditare significa osservare. Il tuo sorriso lo prova. Testimonia che sei delicato con te stesso, che il sole della consapevolezza è acceso in te, che hai il controllo della situazione. Tu sei te stesso, e questo ti ha già portato a un po’ di pace. Per questa pace i bambini ti stanno volentieri vicino.

Da: Thich Nhat Hanh, “Il sole, il mio cuore“,