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Quando riusciamo ad accettare i sentimenti che sorgono, possiamo investigare su di essi. Possiamo notare che effetto abbiano sul corpo; possiamo notare il colore, la densità, le dimensioni, l’energia dello stato d’animo, le storie che la nostra mente crea quando si presentano. Possiamo anche cominciare a riconoscere quanto possano essere automatici presentandosi, non invitati, in base a condizionamenti del passato.

Man mano che sviluppiamo riconoscimento, accettazione e investigazione dei sentimenti possiamo riconoscerne anche la natura impersonale e vuota. Possiamo notare come nasce un sentimento, quanto a lungo dura, che cosa succede dopo. Parliamo di « una mattinata di ansia », « un giorno di irritabilità », « una settimana di infatuazione », « un mese di depressione »; ma quando osserviamo più da vicino scopriamo che la maggior parte dei sentimenti non dura più di quindici o trenta secondi.

Mettiamo di sentirci in uno stato di rabbia o di desiderio. Se lo percepiamo con cura nel corpo e nella mente comincerà inevitabilmente a cambiare, a espandersi o a intensificarsi, a dissolversi o a passare da un sentimento a un altro. La rabbia può trasformarsi in furore e poi in sensazione di essere feriti per poi tornare alla rabbia, in circolo. Il desiderio intenso magari può cambiare in amore o in tristezza e poi in contrattura e poi di nuovo in desiderio, e poi arriva il pensiero « che si mangia per cena? », il tutto in uno o due minuti.

I sentimenti sorgono nella coscienza come una serie di onde; ognuno di essi può farci sentire giovani o vecchi, spaziosi o contratti. Man mano che impariamo a seguirli e identificarli, cresce in noi l’intelligenza emotiva. Con la consapevolezza, una certa capacità di intuizione e di discernimento comincia a dirci quali sentimenti ci spingono ad agire, e fra loro quali ci porterebbero, se agissimo sulla loro base, a una sofferenza che possiamo evitare. Alcuni sentimenti contengono messaggi importanti, e dobbiamo reagire occupandoci delle condizioni che li hanno fatti sorgere. Altrettanto spesso gli stati d’animo sono semplicemente presenti, sono l’atmosfera in cui viviamo. Anche quando sono forti non occorre reprimerli, né aggrapparci a essi né identificarci in essi. Non dobbiamo preoccuparci, in mezzo a tutti quei mutamenti: nessuna emozione è definitiva.

Ci vuole coraggio per fare esperienza dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni nella pienezza della loro dimensione senza reagir loro o tagliarli fuori. Eppure è lì che si trova la vita. Come dice Albert Camus:

tutti noi ci portiamo dentro il nostro luogo d’esilio, i nostri crimini, le nostre devastazioni. Il nostro compito è non riversarli sul mondo, è trasformarli dentro di noi e negli altri .

Con la consapevolezza possiamo imparare che non bisogna aver paura neanche dei sentimenti e delle emozioni più potenti: sono soltanto energia. Una volta che li abbiamo visti, riconosciuti, osservati a fondo, siamo liberi dall’attaccamento per loro. Possiamo agire su quelli che hanno bisogno di risposta e liberare gli altri, vedendoli come l’energia della vita.

Da Jack Kornfield, il Cuore Saggio, Corbaccio, 2014.