Stiamo celebrando la nascita di un uomo che in seguito ha riconosciuto di essere il Cristo, l'Unto, il Divino. " Io e il Padre siamo una cosa sola", dirà più tardi, e ancora: "il regno di Dio è in mezzo a voi", e: " Io sono la luce del mondo ".
Successivamente, in occasione del battesimo, Gesù riconobbe chi era veramente. In tale occasione sentì una voce che proclamava: "Ecco il mio figlio prediletto". In questo momento si riconobbe come il Cristo. Gesù ha affrontato il processo della completa umanizzazione per giungere a comprendere profondamente di essere il Cristo, l'Uomo-Dio.
Oggi non stiamo festeggiando un compleanno. Chi si ferma al racconto storico soffoca la vitalità presente nel messaggio di questa notte. Il messaggio religioso non si riferisce a fatti storici.
Oggi vi è nato il Salvatore. Non allora, tanto tempo fa. "Se Cristo fosse nato mille volte a Betlemme e non in te, saresti lo stesso perduto in eterno" (Angelo Silesio). Come in tutte le feste cristiane, anche nella celebrazione del Natale si compie il mito dello sviluppo dell'eterno nel tempo. Questo mito si compie anche in noi.
Ecco perché Eckhart predica: "Tutto ciò che la sacra scrittura ha detto di Cristo si compie in verità pienamente in ogni uomo buono e divino".
Nella nascita di questo bambino celebriamo anche la nostra nascita Divina. La festa di Natale intende mostrarci la nostra origine trascendente e permetterci dunque di cogliere la nostra vera dignità. Ci vuole far comprendere la nostra identità con Gesù Cristo, in modo che Gesù Cristo possa prendere forma in noi, come dice Paolo (Gal 4,19) e noi possiamo essere un altro Cristo. Riconoscerlo è il compito principale della nostra vita.
Celebriamo questa festa per comprendere che anche noi siamo i figli e le figlie di Dio, che anche noi siamo "Uomini-Dio" e anche in occasione del nostro battesimo sono state pronunciate le parole: "Ecco il mio figlio prediletto, ecco la mia figlia prediletta". Celebriamo questa festa per riconoscere che siamo d'origine divina - nonostante tutta la nostra goffaggine, la nostra limitatezza e la nostra stupidità.
E solo se ce ne rendiamo conto, agiremo anche di conseguenza. La morale nasce dalla conoscenza della propria dignità. Non acquistiamo dignità perché ci comportiamo bene dal punto di vista morale. Siamo già degni, e una volta fatta esperienza di chi siamo ci comporteremo anche di conseguenza.
Celebriamo questa festa in modo da comprendere anche noi un giorno che "io e il Padre siamo una cosa sola" e che "il regno di Dio è in mezzo a noi" e che "io sono la luce del mondo". La festa del Natale evidenzia il lato luminoso della nostra esistenza.
La nostra umanità è una forma nella quale il divino risuona come in uno strumento. Ma non fermiamoci allo strumento, a questa nostra forma umana. Non dobbiamo neanche festeggiare solo il nostro compleanno terreno. In passato nella chiesa cattolica si festeggiava il giorno del battesimo. Questo è il nostro vero compleanno. In tale occasione ci è stato detto, o perlomeno avrebbe dovuto esserci detto, chi siamo, che siamo "figli di Dio". Come avvenne per Gesù, tale promessa dovrebbe manifestarsi anche a noi nel corso della nostra vita.
Il compito principale in futuro sarà quello di insegnare agli uomini qual è la loro identità trascendente e quindi condurli alla loro vera dignità. Questo è del resto il vero compito di ogni religione, l'unico compito importante della nostra vita e il significato profondo di questa notte.
Willigis Jäger