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Siete preoccupati? Pensate spesso «e se succede…»? Vi identificate con la vostra mente, che proietta se stessa in una futura situazione immaginaria e crea paura. Non vi è modo di fare fronte a una tale situazione, perché non esiste. È un fantasma mentale. Potete fermare questa follia che corrode la salute e la vita semplicemente riconoscendo il momento presente. Prendete consapevolezza del vostro respiro. Percepite l’aria che entra ed esce dal corpo. Percepite il vostro campo energetico interiore. Tutto ciò che dovete affrontare e gestire nella vita reale (contrariamente alle proiezioni mentali immaginarie) è questo momento. Domandatevi quale «problema» avete adesso, non l’anno prossimo, domani o fra cinque minuti. Che cosa c’è che non va in questo momento? Potete sempre fare fronte all’Adesso, ma non potete mai fare fronte al futuro, né siete tenuti a farlo. La risposta, la forza, l’azione giusta o la risorsa saranno lì quando ne avrete bisogno, né prima né dopo.

«Un giorno ce la farò». Il vostro obiettivo assorbe tanta parte della vostra attenzione che riducete il momento presente a un mezzo rivolto a un fine? Questo toglie la gioia al vostro agire? State aspettando di incominciare a vivere? Se sviluppate un tale schema mentale, qualunque cosa otteniate o realizziate, il presente non andrà mai abbastanza bene; il futuro sembrerà sempre migliore. Una ricetta perfetta per l’insoddisfazione e l’inappagamento permanenti, non è così?

Siate abituati ad «aspettare»? Quanto della vostra vita la trascorrete in attesa? Ciò che chiamo «attesa su piccola scala» è aspettare in coda all’ufficio postale, in un ingorgo stradale, all’aeroporto, oppure aspettare l’arrivo di qualcuno, la conclusione di un lavoro, eccetera. «Attesa su grande scala» è aspettare la prossima vacanza, un lavoro migliore, aspettare che i figli crescano, aspettare un rapporto personale davvero significativo, il successo, l’arricchimento, diventare importanti, diventare illuminati. Non è insolito trascorrere l’intera vita aspettando di cominciare a vivere.

L’attesa è uno stato d’animo. Sostanzialmente significa che voi volete il futuro; non volete il presente. Non volete ciò che avete, e volete ciò che non avete. Con ogni genere di attesa create inconsapevolmente un conflitto interiore fra il vostro qui e ora, dove non volete essere, e il futuro proiettato, dove volete essere. Questo riduce grandemente la qualità della vostra vita facendovi perdere il presente.

Non c’è niente di male nello sforzarsi di migliorare la vostra situazione di vita. Potete migliorare la vostra situazione di vita, ma non potete migliorare la vostra vita. La vita è di importanza primaria. La vita è il vostro Essere interiore più profondo. È già integra, completa, perfetta. La vostra situazione di vita si compone delle circostanze e delle esperienze. Non vi è niente di male nel porsi obiettivi e sforzarsi di ottenere qualcosa. L’errore sta nell’utilizzare tutto questo come sostituto del sentimento della vita, dell’Essere. L’unico punto di accesso a questo scopo è l’Adesso. Allora voi siete come architetti che non prestano attenzione alle fondamenta di un edificio ma passano molto tempo a lavorare alla sovrastruttura.

Per esempio, molte persone attendono la prosperità. Non può arrivare nel futuro. Quando voi onorate, riconoscete e accettate pienamente la vostra realtà presente (dove siete, chi siete, che cosa state facendo adesso), quando accettate pienamente ciò che avete, siete grati per ciò che avete, grati per ciò che esiste, grati per Essere. La gratitudine per il momento presente e la pienezza della vita adesso è la vera prosperità. Non può arrivare nel futuro. Poi, col tempo, tale prosperità si manifesta a voi in vari modi.

Se siete insoddisfatti di ciò che avete, o perfino frustrati o in collera per la vostra attuale situazione di mancanza, ciò può motivarvi a diventare ricchi, ma anche se davvero farete i miliardi continuerete ad avere esperienza della condizione interiore di mancanza, e nel profondo continuerete a sentirvi inappagati. Potrete avere molte esperienze entusiasmanti grazie al denaro, ma prima o poi finiranno e vi lasceranno sempre una sensazione di vuoto e la necessità di ulteriori gratificazioni fisiche o psicologiche. Non dimorerete nell’Essere, né percepirete la pienezza della vita adesso, che sola garantisce la vera prosperità.

Allora dovete rinunciare all’attesa come stato d’animo. Quando vi sorprendete a scivolare nell’attesa… scuotetevi da questa situazione. Arrivate al momento presente. Cercate semplicemente di essere e di divertirvi a essere. Se siete presenti, non vi è mai alcuna necessità di aspettare alcunché. Allora la prossima volta che qualcuno vi dice: «Mi dispiace di averti fatto aspettare» potete rispondere: «Figurati, non stavo aspettando. Ero qui a godermi me stesso, la gioia del mio sé».

Eckhart Tolle