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La realtà ha due aspetti, così come ogni bacchetta ha due estremità. Noi chiamiamo uno degli aspetti forma (nello zen) oppure creazione (nel cristianesimo). Nel mondo delle forme si rispecchia l'altro aspetto della realtà, al quale possiamo dare nomi diversi: divinità, vacuità, Brahman, l'assoluto, eccetera. Insieme costituiscono la realtà.

Nell'integrità non esiste polarità; tempo e spazio non esistono. Con la nostra consapevolezza umana non siamo in grado di percepire tale integrità. È umiliante per la nostra ragione. Dal momento che l'esperienza mistica è esperienza di tale integrità, spesso contrasta con la teologia, che vive nel mondo delle polarità. Non è che la mistica respinga la teologia: essa sottolinea semplicemente questo aspetto dell'integrità che esperisce e che rimane preclusa alla ragione.

Vorrei citare Nicola Cusano che, in quanto grande filosofo, teologo e matematico, non desta sospetti di essere di parte. Egli scrive: "Quasi tutti coloro che si dedicano allo studio della teologia si occupano di alcune tradizioni definite e delle loro forme, e quando riescono a parlare come altri che hanno preso a modello si considerano anch'essi dei teologi. Non sanno nulla dell'ignoranza di quella luce irraggiungibile nella quale non esistono tenebre. Coloro invece che attraverso la dotta ignoranza vengono condotti dall'ascolto alla contemplazione dello spirito si rallegrano per aver raggiunto la conoscenza dell'ignoranza attraverso un'esperienza sicura".

Ogni forma presenta un contenuto che l'intelletto e i sensi non riescono a comprendere. Il mondo delle forme costituisce l'interfaccia con la non-forma. Nel mondo delle forme si rispecchia il reale. Il mondo delle forme è maya o creazione. Dietro il mondo delle forme si trova l'integrità, uno stato che contiene tutto in modo non separato.

Forse sarebbe ancora più preciso il confronto con un righello: su un lato è riportata una scala di misurazione in centimetri e l'altro lato non presenta alcuna ripartizione. I due lati insieme costituiscono il righello. Il nostro intelletto riesce a vedere sempre e solo un lato. L'esperienza mistica coglie entrambi i lati come un tutt'uno. Ecco perché la mistica, oltre che di integrità, parla anche di unità.

Obiettivo dell'esperienza mistica non è dunque rifuggire dalla polarità, ma fare esperienza di questa come forma espressiva dell'unità. Entrambi gli aspetti costituiscono un tutt'uno: unità (integrità) e polarità (molteplicità) sono le due facce di una stessa medaglia.

La polarità è una cella nella quale l'uomo viene tenuto prigioniero, dove gli si arrecano dolore e sofferenze, dove lo raggiungono la vecchiaia e la morte, come dice Shakyamuni Buddha. All'interno del mondo delle forme non esiste un'interpretazione esauriente o soddisfacente del senso della vita.

 

L'uomo può evadere da questa prigione e diventare un tutt'uno. L'esoterismo chiama il passaggio dalla polarità all'unità illuminazione, la grande liberazione, satori, unio mystica, ecc. Dal momento che tale passo fa uscire dalla polarità non può essere verbalizzato e rappresentato.

Coloro che sono riusciti a compiere tale passo devono tradurre le proprie esperienze in immagini e simboli che meglio riescono ad esprimere l'indicibile rispetto ad una serie di parole astratte. Tuttavia anche ogni immagine ed ogni simbolo appartengono al mondo delle forme. Costituiscono solo un trait d'union verso il contenuto. Rispetto al loro contenuto sussiste lo stesso rapporto esistente tra le immagini oniriche e il loro significato psicologico. Una religione si fossilizza se le immagini ed i simboli vengono presi alla lettera, assolutizzati ed "adorati". L’oro viene per così dire scambiato con la forma.

Willigis Jäger